Di Salvo Barbagallo
Così la notizia è stata data dal quotidiano “La Repubblica”: “I giudici della prima sezione del Tar di Palermo hanno accolto i ricorsi presentati dal comune di Niscemi, dal comitato regionale di Legambiente e dal comitato No Muos contro la realizzazione del Muos, il sistema di comunicazioni satellitari della marina statunitense in fase di ultimazione in Sicilia. Secondo i giudici il sistema sarebbe pericoloso per la salute dei cittadini”.
Una “notizia” che, con tutti gli importanti avvenimenti che si sono verificati nelle ultime 48 ore, è passata necessariamente quasi inosservata e, fra, l’altro non è apparsa su tutti i mass media nazionali.
La sentenza del Tar di Palermo è giunta dopo che strutturalmente l’impianto MUOS di Niscemi è stato completato, con le sue tre Torri alte 150 metri con antenne paraboliche di oltre 20 metri di diametro: ora sarà o dovrà essere smantellato? E chi può crederci!
Lo scetticismo nasce dall’importanza di questo tipo di impianti che, ricordiamo, ricade nell’antico feudo Ulmo di Niscemi dove già dal 1991 esiste una delle più grandi stazioni di telecomunicazione della Marina USA nel Mediterraneo, la “Naval Radio Transmitter Facility (NRTF) N8″, utilizzata per le trasmissioni in alta e bassa frequenza (HF ed LF) dei comandi e delle forze militari operanti in una vastissima area compresa tra il Mediterraneo, l’Asia sud-occidentale, l’Oceano Indiano e l’Oceano Atlantico. Attualmente a Niscemi sono installate 41 antenne di trasmissione HF ed una LF; il centro di telecomunicazione è sotto il controllo della U.S. Naval Computer and Telecommunication Station Sicily (NAVCOMTELSTA – NCTS Sicily) che ha sede a NAS II Sigonella.
Con l’installazione della stazione terrestre del MUOS, Niscemi farà l’ennesimo salto di qualità, e si affermerà come una delle maggiori infrastrutture di guerra a livello planetario. Il MUOS “Mobile User Objective System” fornisce, una volta attivato, un sistema universale e multi-service a terminali e siti mobili e fissi per i servizi di telecomunicazione satellitare (SATCOM)”. Il sistema assicurerà così “una considerevole crescita delle odierne capacità di comunicazione satellitare così come un significativo miglioramento dell’operatività dei piccoli terminali”. Si tratta a tutti gli effetti di un sistema che fornirà servizi di telefonia cellulare alle forze militari utilizzando i satelliti che opereranno come “cell towers” nello spazio. Il MUOS Ground System – di cui la stazione di Niscemi è elemento chiave – assicurerà le comunicazioni ed i controlli interfaccia tra i satelliti MUOS e le reti di telecomunicazioni del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti con base a terra.
A quanto è dato sapere, e sempre approssimativamente, il costo degli impianti MUOS si aggirerebbe sui sei miliardi di dollari: un programma che viene portato avanti da una decina di anni e che costituirà l’elemento chiave delle future strategie di guerra nello spazio e in ogni angolo del pianeta. Il MUOS assicurerà il trasferimento d’informazioni e dati ad una velocità mai raggiunta nella storia delle telecomunicazioni e consentirà alle forze armate statunitensi di rafforzare ulteriormente la propria superiorità militare. Il MUOS viene considerato uno dei più lucrosi affari per i colossi dell’industria militare: la Lockheed Martin e la Boeing, che si sono occupati della costruzione e messa in orbita dei satelliti; la General Dynamics, che ha realizzato i quattro terminal terrestri; la Harris Corporation, che ha fornito le potentissime antenne ad altissima frequenza (UHF), la cui incompatibilità con l’uomo e l’ambiente è cosa ormai accertata.
E’ logico pensare che questi enormi investimenti possano andare in fumo per una “semplice” sentenza di un Tar regionale? Riteniamo che ciò, nella pratica, non potrà verificarsi, anche perché interverranno i competenti ministeri italiani, quelli che hanno permesso, grazie ai Trattati e ai Protocolli con gli Stati Uniti d’America, ogni tipo di installazione militare USA (non solo, quindi, quella di Niscemi) sul territorio siciliano e nazionale.